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4° parte

Il Rientro

Sbaaammmm

mi sveglio di soprassalto e sono seduta sul letto…il cuore a mille…

Il solito sbatacchiare della porta dell’ascensore.

Sarà così fino al prossimo guasto serio, sarà da sopportare. Guardo l’ora sul cellulare: sono le due.

Intanto i rumori continuano, e dato che l’effetto della sorpresa avuta tre giorni fa nell’appartamento di fronte non è svanito, ho un po’ di paura. Mi alzo e vado scalza a guardare dallo spioncino: è lei, Lisa, è tornata. Epperò, menomale!

Io taccio e tacerò, non andrò a trovarla. Se le interessa verrà lei a prendere la sua posta. Se verrà mi spiegherà, mi racconterà…Intanto mi aspetto di sentire le urla e le corse quando aprirà il frigo. Oramai l’adrenalina in circolo nel sangue mi impedirà di riprendere sonno.

Torno a letto lo stesso, leggo il libro Antartide di Tito Barbini, Il tono calmo e riflessivo della narrazione mi calma. Ma non riprendo sonno. Comunque dall’appartamento non viene alcun rumore. Forse non ha aperto il frigo, forse è stravolta e non si rende conto del caos e del cattivo odore. Forse…Pace, sono affari suoi, vorrei starne fuori.

All’alba mi alzo : le striature rosse del sole che sorge inondano il cielo del mattino. Porto fuori il cane che accetta riluttante di fare il primo giro con l’aria frizzante. Scelgo il percorso lungo, attraverso corti condominiali, giardini semi privati, parchi con i giochi dei bimbi. Camminando i pensieri si sciolgono e scorrono più chiari. Mi sento più tranquilla, Lisa è viva. Questo mi rallegra. Lisa non ha urlato, non ha dato in escandescenze. Vedrò e sentirò in giornata.

Niente, la mattinata scorre tranquilla e stranamente silenziosa. Lei esce un paio di volte per portare la nettezza. Soltanto verso sera sento bussare alla porta di ingresso. Lei non suona mai. Lei bussa. Apro. Vedo Lisa, è abbronzata, è bella, ma tesa. Non sorride. Mi guarda dritta con gli occhi preoccupati.

-Ciao! Mi fai entrare?-

-Certo, accomodati dove vuoi.-

Siede in poltrona. Io siedo nella poltrona di fronte. In mezzo a noi il tavolino con la sua posta in evidenza.

-Non hai del vino? Magari bianco, frizzante e fresco…-

-Sì, certo !-

Mi alzo e vado a recuperare due calici e la bottiglia di vino dal frigo.

Lo apro di fronte a lei e lo verso nei calici. Non mi sento accogliente, sono rigida e severa. Anche lei è seria.

-Lucia che c’è? E’ successo qualcosa? Ne parliamo?-

-Volentieri-. Ho la voce roca. -Mi dici tu qualcosa? Sei andata via e non ti sei mai fatta sentire.- Mi sento iperprotettiva senza averne diritto

-Cosa vuoi sapere Lucia…-

-Lisa, vorrei sapere tutto…Ero preoccupata, e sono entrata in casa tua, c’era un caos indescrivibile…non è da te. Ero preoccupata.-

Insisto… ho un nodo alla gola, mi salgono le lacrime agli occhi e non parlo più. Di fronte alla sua calma mi sento una cretina.

Lei abbozza un sorriso.

-Per il calendario sono una persona adulta, ma dentro di me non ho smesso di essere una ragazzina e molti mi dicono che mi comporto come tale. Mi guardo allo specchio e non comprendo la presenza di questi capelli grigi, e francamente non desidero diventare adulta saggia e ingessata in uno schema sociale… Però mi accadono cose che mi costringono a crescere.. e qualcosa cambia dentro, un po’ della spensieratezza se ne va e subentra la consapevolezza…-

Così Lisa inizia il suo racconto, mi dice della vincita straordinaria, del denaro incassato trasferito, del suo pseudonimo Virna Lisi. Mi racconta di Marco, che lei voleva farsi una vacanza, ma non da sola. Purtroppo si è fidata della persona sbagliata e stava per perdere parecchio. Mi racconta come ha bloccato carte e conto e cellulare dall’Internet point dell’hotel.. la vicenda è come l’ho descritta qualche pagina addietro.

Mi chiede della posta, apre la busta che contiene la carta di credito di Virna lisi. Per fortuna quando è arrivata, lei era via e io ho ritirato la posta per tempo e l ho tenuta in casa mia. La nuova carta di credito, l’accesso alla possibilità di una vita diversa.

Nessun accenno al tizio in frigo.

Io non reggo e le racconto di essere entrata da lei, e di aver aperto il frigo e di aver visto quel tipo…morto…chi è? Come è capitato? Lisa ride di gusto, finalmente la sua risata piena di vita…

-Vieni di là, vieni con me, prendi le chiavi di casa e vieni.-

Entro in casa sua, Tutto è in ordine e pulito anche se il tanfo di lezzo non è del tutto sfumato.

-Ti ricordi il tipo che lavorava nel cinema, che faceva la comparsa? Ecco lui mi ha fatto un regalo prima di evaporare come tutti.-

Mi porta in camera ed apre l’armadio, tira fuori un sacco di stoffa, piuttosto grande, lo apre e mi dice sorridendo di non aver paura. Tira fuori una mano, il braccio e la testa… quegli occhi sbiaditi che mi hanno terrorizzato ora sono lì e li trovo veramente ridicoli… é un bambolotto di caucciù a forma di uomo adulto. Un fantoccio utilizzato per fare da controfigura in casi estremi, feriti morti e altro nella finzione del film.

Lisa mi spiega che la diverte moltissimo utilizzarlo per spaventare o dissuadere gli intrusi, gli indesiderati. Lo lascia in poltrona o alla finestra se vuole lasciarla aperta. E stavolta lo ha messo nel frigo, dove ha fatto la sua egregia figura e pure il suo dovere di spaventare chi di dovere.

-Santo cielo, Lisa! Mi ha fatto prendere un infarto ! Per fortuna che ho deciso di non chiamare la polizia!Un bambolotto!_

-Cara Lucia, prima di te ha spaventato dei ladri, va bene così!-

L’atmosfera fra noi è leggera, ci siamo portate dietro calici e vino, ci accomodiamo nel suo soggiorno. In cucina mi sento ancora un po’ a disagio.

-Cosa farai per la truffa subita con Marco? Denunci?-

-No, nessuna denuncia- è seria- dovrei andare in questura a raccontare i fatti miei, del mio denaro all’estero, come ho conosciuto quel meschino e nemmeno ho la certezza che amici suoi sian venuti in casa mia.- Non credo nella giustizia. Se non sei qualcuno la tua denuncia giace in fondo ad un cassetto e intanto ho raccontato di me e della mia vita privata a qualcuno…-

– Lisa .. sono della polizia… affidabili…!-

– Sono poliziotti, Lucia! Sono persone che fanno un lavoro pesante e molto mal pagato. Se hanno l’occasione sono pure corrotti… quindi ti dicevo, che, se il poliziotto lavora e indaga, se va avanti la cosa e beccano Marco lui sa dove abito, chi sono e cosa faccio, i suoi amici sono venuti a visitare casa mia e devo giustificare la presenza del bambolotto in frigo… – No! E’ andata. Senza danno materiale per me. Che lui o loro si fottano e che rosichino. Tra le varie cose, so che lui è sposato. Inoltre ho provato il riconoscimento facciale tramite google immagine, pare che Marco non sia il suo nome. Ha più identità, e lavora nella sanità. Lo posso ricattare a vita. Ma non lo farò, se mi lascia in pace.

Ho un nuovo numero di telefono. Ho i soldi, ho un lavoro e voglio un nuovo appartamento. Dopo questa sventola basta con gli appuntamenti online.

Devo fare degli accertamenti sanitari qualche analisi, perché non sono in forma, e non so se è lo stress o un virus. Poi cerco casa e mi trasferisco.-

-Ho capito…!

Ci siamo salutate abbracciandoci e ridendo.

Ma ora devo smettere di scrivere, perché sento che lei si è svegliata e affanna, mi chiama devo correre…