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~ " nella vita le cose passano sempre, come in un fiume…in un attimo te le trovi dietro alle spalle e devi andare avanti.Ti aspettano cose nuove." Niccolò Ammaniti

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Manet. Interno ad Arcachon, 1871, olio su tela.

18 venerdì Nov 2022

Posted by koredititti in emozioni, figli

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Tag

la vita, scrittura creativa

Edouard Manet. Interno ad Arcachon, 1871, olio su tela.

Etienne posò il libro sulle ginocchia ed accese una sigaretta. Guardava le dolcemente la cara Adèle tra il fumo grigiognolo, lei aveva lo sguardo sognante. Era una splendida giornata settembrina, il suono del lieve sciabordio delle onde arrivava fino a loro, la luce entrava nella stanza insieme alla brezza profumata di salmastro e di pino.

Adèle aveva lo sguardo perso nell’azzurro del mare e aspettava il suo gabbiano. Quel gabbiano che per lei significava il ritorno del suo grande amore, quel figlio tanto atteso per molti anni. La caviglia slogata durante la passeggiata sulla spiaggia non le faceva male, il piede era appoggiato sullo sgabello, le mani ancora afferravano le spolette del tombolo che fino a poco prima erano andate su e giù, avanti e indietro intrecciando i fili, secondo le regole di una danza antica, tramandata da madre in figlia, producendo un intreccio di figure alate e fantastiche. Ora quelle mani erano abbandonate in grembo, inerti.

Adele volge lo sguardo e lo vede.

Oh che fa questo bel giovanotto?

Buonasera signora, gradisce un po’ di compagnia?

Eh non si preoccupi di far compagnia a me! Vada, vada dalla sua bella … tra poco arriva mio marito…

Ho tutto il tempo per stare qui con lei, se gradisce la mia compagnia finché lo desidera, per me sarebbe un piacere !

Così Etienne ogni giorno stava insieme all’anziana madre che aspettava quel figlio tanto amato, che mai prima le era stato vicino come adesso.

Corso di scrittura creativa 2022/2023

29 sabato Ott 2022

Posted by koredititti in emozioni

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Tag

scrittura creativa

Il primo venerdì di ottobre 2022, ovvero il giorno 7, è ricominciato il corso di scrittura creativa. Gli scritti sono accumulati nel mio blocco, devo organizzare il tempo e mettere in pari la trascrittura sul blog.

A presto cari minimi lettori.

Una Storia

05 sabato Mar 2022

Posted by koredititti in emozioni

≈ 2 commenti

Tag

scrittura creativa

Paolo, un nome breve. Scelto per cultura? Per fede? Oppure semplicemente scelto perché suonava bene con il cognome: Livi. PaoloLivi, scivola lievemente come una dolce melodia.

Non lo sapremo mai.

Ottanta anni fa Paolo era un bambino cresciuto a balia nelle valli pistoiesi, per motivi di salute prima e di sicurezza poi. La sua mamma era maestra, suo padre era telegrafista, entrambi statali e quindi strettamente soggetti al regime fascista. Li incontrava in estate sempre in montagna e dalle rare fotografie si vede un bambino con un i capelli corti neri spettinati, due guancette cicciottelle che si gonfiano al sorriso, sorriso dolce e aperto, sorriso che lo caratterizzerà tutta la vita.

Lo ritroviamo giovanotto, alto, magro e dinoccolato, con il suo sorrisone e le sue mani lunghe e affusolate da pianista. Paolo aveva ereditato l’orecchio assoluto dal nonno materno e l’arte in cui eccelleva e si appassionava era la musica e lo studio del pianoforte. Il conservatorio di Firenze era la sua quotidianità e la sua nicchia di relazioni, lì conobbe l’amore per Bianca, anche lei pianista.  C’è una foto che lo ritrae accanto ad un pianoforte a coda, sorridente, in abito nero che si inchina lievemente, sorridendo: conseguimento del diploma? 

Nei miei ricordi c’è la sua stanza e lui che suona al pianoforte i notturni di Chopin, li suona e poi ancora e ancora… intanto io bambina mi diverto a volteggiare per la casa immaginando il mio tutù bianco e le scarpette per stare sulle punte e faccio giravolte e saltelli su una gamba e poi l’altra. Lui è assorto, non mi vede e non mi sente: c’è solo lui e la sua musica al pianoforte.

Si sa che la vita è avara di soddisfazioni e generosa in difficoltà per gli artisti. Paolo sceglie una strada diversa dall’arte e lo ritroviamo nel 1960 a Cremona in camice bianco nel suo negozio di ottica, con un gran sorriso mentre accoglie le persone.

“Vurria un par d’occiai per legge e lavurà..” Molti anziani si presentavano con questa richiesta. Paolo aveva scoperto che alcuni anziani nel 1960 non sapevano leggere, erano contadini, grandi lavoratori, ma a malapena facevano la firma. Si aspettavano il miracolo dagli occhiali.

Paolo sorrideva e i suoi occhi brillavano. Li faceva accomodare al tabellone dei bambini con le E a forchetta, e parlava del tempo, del raccolto dell’orto, dell’ultimo pranzo preparato, dei nipoti e della nebbia… li metteva a loro agio creando un clima di cordialità e li convinceva ad andare dall’oculista che non solo avrebbe misurato la vista, ma avrebbe valutato lo stato della cateratta e la salute dei loro occhi.

Quando in seguito tornavano trionfanti con le indicazioni del medico, al commesso di turno che si apprestava a servirli, dicevano: ”No, aspetto il sior Livi, ci conosce, è tanto carino sa…” E Paolo sorrideva a 32 denti e si rivolgeva a loro accontentandoli, anche nel prezzo.

Paolo non è diventato ricco, ma molto amato, ha avuto tanti affezionati clienti, tanti colleghi lo hanno apprezzato e cercato.  È diventato benestante, ha finito di pagare il negozio e ha aperto altri punti vendita. Gli anni in cui era rappresentante, girava l’Italia e dormiva in auto erano passati, ma non dimenticati. Tanti anni di lavoro, dedizione e successi!

È sera, si chiude il negozio e si va a casa!  Anche la casa è stata una conquista, un impegno e un debito. A casa. A casa c‘è Bianca, l’amore della sua vita, il suo motore. Un amore grande e profondo che ha superato bonaccia, tempeste e naufragi restando a galla sia nel mare in tempesta che nel mare tranquillo, un amore ancorato nel porto sicuro della loro unione.

A casa, dove nel salone c’è il pianoforte a coda nero e lucente, perché se si vuole arrivare alla meta non dobbiamo mai dimenticare da dove veniamo e chi siamo, e PaoloLivi è musica in concerto.

Paolo è a casa a Cremona, circondato dall’affetto della moglie e dei figli. Delle tre nipoti una è musicista di oboe.

Paolo è fratello di mia madre.

Cielo azzurro o poco meno

13 giovedì Gen 2022

Posted by koredititti in emozioni

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Tag

diario, scrittura creativa

Mi irrita l’esuberanza del cielo azzurro. VOGLIO, sì, voglio! esercitare il mio diritto al malumore, ad essere cupa e indisponente. Certo che se ci fossero le nubi e la pioggia avrei meno soddisfazione. Invece con l’aria frizzante del pieno inverno, magari accompagnata dal vento del Nord che spazza le nuvole e sgombra il cielo .. beh , sì, c’è più gusto. Guardare l’azzurro sopra di me. Attraverso gli alberi risecchiti, lui che si stende e si offre a piante e animali, che stuzzica la voglia di far germogliare nuove esperienze, una bella sfida! Lo guardo di traverso, socchiudo gli occhi, prendo la misura del suo infinito: tanto lo so che sei una illusione ottica! La tua meraviglia alimenta il mio incazzo, la mia rabbia si nutre della tua bellezza! Bravo, resta così e non ti oscurare, mi servi, mi sei utile, mi sento viva nella lotta. Per tutto il resto del romanticismo pacifico c’è il nuvolo e c’è la pioggia!

Auguri di Buon Anno 2022

31 venerdì Dic 2021

Posted by koredititti in emozioni

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Foto Di G. Vannini L’alba nella nebbia

Jacques Brel

“Vi auguro sogni a non finire
la voglia furiosa di realizzarne qualcuno
vi auguro di amare ciò che si deve amare
e di dimenticare ciò che si deve dimenticare
vi auguro passioni
vi auguro silenzi
……..
vi auguro di resistere all’affondamento,
all’indifferenza, alle virtù negative della nostra epoca.

……………………
Vi auguro soprattutto di essere voi stessi…..”

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